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Per volere del ministro della U.S. Navy Welles viene organizzato un  convoglio destinato a soccorrere la guarnigione di Fort Sumter, un isolotto fortificato nella baia di Charleston, asserragliata all'interno già dal 26 dicembre dell'anno precedente. Il convoglio, costituito dalla pirofregata Powhatan e da quattro piroscafi, salpa in giornata ma, a seguito di un ordine del Segretario di Stato nordista Seward, la Powhatan viene dirottata verso Pensacola, a difesa della guarnigione di Fort Pickens. All'alba del 12 aprile le postazioni confederate di James Island, Fort Moultrie e Cummings Point, appoggiate da una batteria galleggiante, aprono il fuoco contro Fort Sumter. Il convoglio nordista raggiunge la baia di Charleston nello stesso giorno dell'attacco in tarda mattinata ma, un poco per le avverse condizioni meteorologiche, un poco per la mancanza di unità di scorta, non riesce a dare alcun contributo alla difesa del forte. La guarnigione nordista, al comando del maggiore Anderson, si arrende il 14 aprile. Inizia il blocco navale delle coste atlantiche confederate da parte della  marina unionista (U.S. Navy) con l'arrivo di una unità davanti al porto di Charleston. Nei primi giorni di maggio la Squadra del Potomac ed un'altra formazione, costituita da quattro vascelli, comincia a controllare il fiume Potomac e le coste della Virginia. Nello stesso giorno una piccola squadra unionista al comando del commodoro Hiram Paulding giunge davanti a Norfolk per salvare il salvabile. L'importante arsenale ivi presente, nel territorio della Virginia, rischia di cadere in mano confederata. Al momento della secessione dello stato l'arsenale è al comando del commodoro McCauley, di fede unionista, mentre la maggioranza degli ufficiali è di fede sudista. All'arrivo della squadra la situazione è ormai compromessa: gli ufficiali sudisti hanno rassegnato le dimissioni, i tecnici dell'arsenale hanno abbandonato i propri posti di lavoro, i depositi di munizioni della zona sono stati saccheggiati e le forze confederate hanno messo in postazione le batterie destinate a battere l'arsenale. Le unità presenti in quel momento, il Merrimack, il Germantown ed il Plymouth sono affondati dai propri equipaggi. Paulding, vista la situazione, riesce a portare al sicuro la pirofregata Cumberland rimorchiandola, mentre il brigantino Dolphin e sei vecchie navi non più utilizzabili sono fatte saltare all'alba del 21 aprile. Poche ore dopo i sudisti prendono possesso dell'arsenale abbandonato dai nordisti in fuga. La caduta dell'arsenale di Norfolk provoca alle forze nordiste la perdita di oltre 2000 cannoni. Riescono però a conservare il controllo del caposaldo di Fort Monroe che, trovandosi sulla penisola formata dai fiumi York e James, costituisce un efficace punto di controllo della baia di Hampton Roads. L'incrociatore nordista Saratoga, al comando di Alfred Taylor, cattura la nave negriera Nightingale di Boston, diretta a New York. A bordo ha 961 schiavi. La Squadra del Potomac, al comando del capitano di fregata James H. Ward, costituita dalle tre piccole cannoniere a vapore Anacostia, Resolution e Freeborn, cannoneggia le batterie costiere installate dai sudisti a Aquia Creek, al fine di interrompere le linee ferroviarie di comunicazione fra Washington e Baltimora. In poco meno di due ore le batterie nemiche sono ridotte al silenzio. L'azione dimostra l'importanza delle vie d'acqua interne nell'attuare il disegno strategico che mira al controllo delle linee di comunicazione. Con l'obiettivo di controllare le bocche d'accesso dei canali che mettono in comunicazione il mare aperto con la città di New Orleans, ottimo rifugio per i violatori di blocco, le pirofregate unioniste Powhatan e Brooklyn si posizionano in modo da bloccare rispettivamente il Southwest Pass e il Pass à l'Outre. Nonostante la presenza di queste unità, ai primi del mese il piroscafo armato confederato Sumter, al comando del capitano di fregata Raphael Semmes, riesce ad eludere la sorveglianza del Powhatan e a cominciare subito dopo, nella zona delle Antille e delle coste brasiliane, la guerra al traffico mercantile unionista. Allo scopo di acquisire il controllo delle lagune della Carolina del Nord  (note come Pamlico Sounds), utilizzate dai violatori di blocco per far transitare armi e munizioni alle forze sudiste, una squadra unionista al comando del commodoro Silas Stringham, si presenta davanti al canale di Hatteras, principale punto di entrata nelle sounds. La squadra è composta dalle pirofregate e pirocorvette Wabash, Minnesota, Monticello, Susquehanna, Pawnee e Cumberland, dal piroscafo armato Harriett Lane e dalle unità da trasporto Adelaide, George Peabody e Fanny, su cui sono imbarcati 900 marines al comando del maggior generale B. F. Butler. L'azione contro Fort Clark e Fort Hatteras inizia il 28 agosto con lo sbarco dei marines ed il bombardamento dei forti. Il giorno dopo i sudisti, sottoposti ininterrottamente al bombardamento, si arrendono. Al fine di rendere più efficace il blocco delle coste confederate, la marina  unionista organizza la flotta in quattro squadre: la Flotta dell'Atlantico, suddivisa in quella settentrionale e meridionale, agli ordini rispettivamente dei comandanti Goldsborough e Du Pont e la Flotta del Golfo, suddivisa in quella orientale e occidentale, agli ordini rispettivamente dei comandanti McKean e Farragut. Una squadra d'assalto sbarcata dalla pirofregata unionista Colorado riesce a distruggere il vascello corsaro sudista Judah, in allestimento presso l'arsenale di Pensacola. La squadra unionista al comando del commodoro McKean, costituita dalle pirocorvette Richmond, Vincennes, Preble e Water Witch, raggiunge la bocca del canale detto "Testa dei passi". La posizione è a circa 15 miglia a nord di dove il Mississippi sfocia, con una miriade di canali, sul Golfo del Messico. Avutane notizia, la flottiglia confederata del commodoro J. S. Hollins, posta a difesa di New Orleans, passa subito all'attacco. Formata da sette cannoniere fluviali e dall'ariete corazzato Manassas, la flottiglia sorprende le forze unioniste che, per sottrarsi al fuoco, con manovre errate, portano le unità Richmond e Vincennes a incagliarsi nei pressi di Pillottown. Nonostante il fuoco confederato contro le due unità, il piroscafo McClellan riesce a disincagliare le due unità che, con il resto della squadra unionista vanno ad ancorarsi su alti fondali, fuori dai canali. La flottiglia di Hollins rientra indenne a New Orleans salutata calorosamente dalla popolazione. Una squadra unionista composta da 50 unità fra naviglio combattente e ausiliario, guidata dalla pirofregata Wabash, muove da Hampton Roads allo scopo di conquistare la città di Port Royal, equidistante da Savannah e da Charleston, sulle coste della Carolina del Sud. Il controllo della zona consentirà agli unionisti di fornire il necessario appoggio logistico alle flotte di blocco. La squadra, al comando dell'ammiraglio Du Pont, è articolata in due formazioni combattenti: la prima composta dalle pirofregate Wabash e Susquehanna,  dalle pirocorvette Mohican, Seminole e Pawnee, dalle cannoniere Unadilla, Ottawa e Paulina e dalla corvetta a vela Vandalia, rimorchiata dal piroscafo Isaac Smith, ha il compito di cannoneggiare le postazioni confederate. La seconda, con il compito di contrastare la reazione del naviglio avversario, è costituita dalle cannoniere Bienville, Seneca, Curlew, Penguin e Augusta. La squadra è rinforzata da un corpo d'armata dell'esercito al comando del generale T. W. Sherman. Dopo cinque giorni di navigazione le unità nordiste danno fondo davanti al canale d'accesso a Port Royal, difeso dai forti Walker e Beauregard, e dalla flottiglia di tre cannoniere fluviali agli ordini del commodoro Tattual. Il 9 novembre inizia il cannoneggiamento dei forti da parte delle forze nordiste. Poiché appare subito evidente la superiorità dei cannoni nordisti su quelli confederati, il commodoro Tattual decide di disimpegnarsi. A metà giornata i confederati evacuano Fort Walker e, al tramonto, evacuano anche Fort Beauregard. Poco dopo le truppe del generale Sherman occupano i forti. Le cannoniere nordiste Tyler, Lexington e Conestoga conquistano alcune posizioni sudiste nei pressi di Belmont, fornendo il fuoco di copertura ai circa 3.000 uomini del generale Grant che, dopo alcuni giorni di combattimenti, riescono a fare arretrare verso oriente le forze confederate del generale Leonidas Polk. La pirofregata unionista San Jacinto intercetta, nelle acque delle Bahamas, il piroscafo postale Trent, salpato il giorno prima dall'Avana. A bordo del Trent si trovano i due emissari confederati James Mason e John Slidell, diretti in Europa per acquistare materiale bellico, che vengono arrestati e portati a bordo dell'unità unionista.  Per reazione gli inglesi, sollecitati dalla Confederazione che vede di buon occhio un intervento armato contro l'Unione, schierano le truppe lungo il confine canadese. L'incidente diplomatico viene chiuso rapidamente con la consegna dei due emissari confederati alle autorità inglesi di Boston. La unità unioniste Richmond e Niagara, aiutate dai cannoni di Fort Pickens, iniziano il bombardamento di Fort McRae, in mano confederata. L'azione si conclude il giorno dopo senza avere provocato danni rilevanti alle difese del forte. La U.S. Navy, al fine di consolidare i propri avamposti sulla fascia costiera della Carolina del Sud, intraprende una serie di ricognizioni limitate in profondità nella fitta rete di canali accessibili solamente alle piccole unità dei violatori di blocco. Scopo principale è quello di ottenere informazioni sulle difese costiere nemiche. Piccoli nuclei di cannoniere fluviali, integrati anche da unità della guardia costiera, effettuano spedizioni a partire dall'area fra Beaufort e Hilton Head, agli ordini dei capitani di fregata C. R. P. Rodgers e Percival Drayton. Le azioni più importanti si svolgono il 5 (a Saint Helena Sound), l'11 (sul fiume Ogeeche) e il 16 (sul fiume North Edisto). Una formazione nordista agli ordini del comandante Rodgers risale il fiume Beaufort, nella omonima zona, con l'obiettivo di congiungersi ad un reggimento dell'esercito al comando del generale Stevens. L'azione inizia il giorno successivo con il bombardamento operato dalle cannoniere fluviali nordiste ai danni delle difese confederate. Le forze confederate sono costrette a riparare a nord abbandonando la zona costiera. Viene varato dalla marina unionista presso i cantieri Greenpoint di New  York il monitore corazzato Monitor. Una formazione navale nordista al comando del contrammiraglio Louis M. Goldsborough giunge nell'Hatteras Inlet con l'obiettivo di occupare l'isola di Roanoke e ripristinare l'autorità di Washington sulla regione di Pamlico e Albermarle Sounds, oltre che conseguire l'obiettivo strategico di interrompere l'importante linea ferroviaria fra Richmond ed il porto di Willington. L'operazione prevede la collaborazione di ingenti forze terrestri, per un totale di 17.000 uomini, al comando del generale A. E. Buruside. La squadra nordista è costituita da 19 cannoniere, di dislocamento variabile dalle 200 alle 700 tonnellate, alcune dotate di propulsione a elica e altre con ruote a pale. Mentre il comando tattico è affidato al capitano di fregata S. C. Rowan, imbarcato sulla cannoniera Delaware, il contrammiraglio Goldsborough ha l'insegna sulla cannoniera Southfield. Nove giorni dopo l'arrivo in zona la squadra nordista entra nella laguna di Pamlico e si appresta ad assumere il controllo della laguna di Albermarle, unita alla prima da un canale molto stretto in cui si trova l'isola di Roanoke. Le difese sudiste sono costituite dai forti Fort Hinger, Fort Blanchard e Fort Bartow, sull'isola di Roanoke, da Fort Forrest sulla costa occidentale del canale Croetau e da una flottiglia di otto cannoniere al comando del commodoro Lynch. Per la natura dei fondali e la presenza di ostruzioni messe in opera dai confederati, la sola via praticabile dalle unità nordiste è il canale ad ovest dell'isola. Con le cannoniere disposte su due linee avanzate ed i sette trasporti in posizione arretrata, i nordisti iniziano l'azione cannoneggiando i forti e le cannoniere sudiste. Dopo poche ore cinque di esse, danneggiate, sono costrette a ritirarsi verso il nord, mentre Fort Bartow cessa il fuoco. A seguito della diminuita reazione difensiva i nordisti riescono a stabilire una testa di ponte sull'isola di Roanoke che, il giorno dopo, nonostante i contrattacchi avversari, è forte di circa 10.000 uomini. Una forza d'attacco unionista, costituita dalla Cincinnati, nave ammiraglia del commodoro Foote, Carondelet, De Kelb, Conestoga, Tyler, Lexington e un corpo di sbarco di 17.000 uomini al comando del generale Grant, muove all'attacco dei forti Henry e Donelson. I forti sono ubicati sulle anse dei fiumi Tennessee e Cumberland rispettivamente. Poiché con la loro posizione controllavano la navigazione fluviale e interdivano ad eventuali formazioni navali i tentativi di forzare le linee sudiste, i generali Halleck e Grant pianificarono il 23 gennaio il loro attacco. Il 4 febbraio le truppe del generale Grant prendono terra 15 km a sud di Fort Henry e si attestano su posizioni favorevoli per impedire ai sudisti di rinforzare le proprie posizioni. L'attacco inizia il 6 febbraio con l'azione combinata delle forze terrestri e della squadra del commodoro Foote. I confederati sono in breve costretti alla resa. Nel corso dell'azione la cannoniera nordista Essex  viene danneggiata dal tiro avversario e costretta a ritirarsi. In risposta alla minaccia nordista i confederati creano una flotta fluviale per la difesa del Mississippi. Il 6 febbraio la prima cannoniera corazzata entrata in servizio, ricavata dalla conversione di un piroscafo fluviale, viene catturata, dopo varie vicissitudini, dai nordisti. Nell'agosto successivo entrerà a far parte della flotta unionista con il nome di Eastport. Per sfruttare il vantaggio conseguito con la cattura di Fort Henry il generale Grant dispone una ricognizione offensiva lungo il Tennessee. L'azione, condotta dal commodoro Foote con le unità Tyler, Lexington e Conestoga, frutta la distruzione di sei piroscafi e la cattura della cannoniera confederata C. E. Hillman. Al mattino, dopo che i piroscafi hanno sbarcato i reggimenti, la flottiglia di Foote inizia il bombardamento di Fort Donelson. Gli artiglieri confederati, posti in posizione particolarmente favorevole, riescono dopo alcune ore di cannoneggiamento a colpire gravemente la Pittsburgh, la Louisville e la De Kelb. Queste, scortate dalla Carondelet e da due cannoniere non protette, sono costrette a ritirarsi dall'azione. Nonostante la disfatta della U. S. Navy le truppe del generale Grant riescono ad avere ragione del forte il 16 febbraio. Nella concitazione di quei momenti 2500 soldati confederati riescono ad imbarcarsi su alcuni piroscafi e a mettersi in salvo. Nei primi giorni del mese un gruppo navale nordista costituito dalle fregate a vela Cumberland, St. Lawrence e Congress, dalle pirofregate Minnesota e Roanoke e da alcune cannoniere, prende posizione nella baia di Chesapeake per coprire lo sbarco dell'Armata del Potomac, forte di 100000 uomini, a Fort Monroe. L'operazione è parte integrante del piano concepito  dal generale McClellan che ha come obiettivo strategico la conquista di Richmond. L'ariete corazzato sudista Virginia, al comando del capitano di vascello Franklin Buchanan, lascia l'arsenale di Norfolk scortato dalle cannoniere Beaufort e Raleigh. Dopo essersi congiunto con alcune unità provenienti dal fiume James, dirige rapidamente verso la formazione nordista giunta nei giorni precedenti a protezione dello sbarco a Fort Monroe. Il Virginia è derivato dalla pirofregata nordista Merrimack, abbandonata l'anno precedente nell'arsenale di Norfolk, e rappresenta una unità mai vista prima. Infatti ha un ridotto centrale corazzato al cui interno c'è tutto l'armamento. Una volta venuto in contatto con la flotta unionista, Buchanan dirige il tiro del Virginia contro il Cumberland e il Congress. Sebbene sottoposto al fuoco delle unità nordiste il Virginia non soffre alcun danno e, perseguendo nell'azione di distruggere il Cumberland, manovra al fine di speronarlo. La manovra riesce e l'unità cola a picco portando con sé 121 dei 376 uomini dell'equipaggio. L'attenzione del Virginia è ora rivolta al Congress che, nel frattempo si è portato su bassi fondali. Dopo alcune ore di cannoneggiamento anche il Congress viene distrutto. Nell'azione le cannoniere confederate subiscono danni e lo stesso Buchanan viene ferito. Poiché la giornata è finita e la luce scarseggia questo decide di rompere il contatto e andare ad ancorarsi a Sewells Poit. Nel corso dell'azione le altre unità nordiste cercarono di raggiungere il luogo dello scontro ma furono tenute a bada dalle altre unità confederate. In questa fase il Minnesota fu ripetutamente colpito dopo essersi incagliato su un basso fondale. La battaglia di Hampton Roads si era conclusa con la disfatta della U. S. Navy che, oltre al naviglio perso, ha perso anche il controllo dell'importante area. In risposta alle disavventure del giorno precedente la U. S. Navy  aveva in serbo una nuova unità. Il monitore corazzato Monitor. Nelle prime ore della giornata le vedette confederate avvistano una strana unità che si dirige in direzione del Minnesota. Anche il Virginia è in rotta per raggiungere l'unità nordista e distruggerla. Le due unità si fronteggiano per circa tre ore cannoneggiandosi. Entrambe subiscono danni e lamentano feriti ma, attorno a mezzogiorno, il Virginia decide di ritirarsi a Norfolk lasciando campo libero al Monitor. Sebbene lo scontro non abbia avuto un vincitore l'azione si conclude con una vittoria strategica dei nordisti che, oltre a salvare le altre unità, hanno impedito ai confederati di conquistare la supremazia e di minacciare l'Armata del Potomac. L'Isola N. 10, in mano confederata, viene costretta alla resa dopo che il 4 aprile le cannoniere Carondelet e Pittsburg riescono a forzare gli sbarramenti nemici e a congiungersi con le truppe del generale Pope a New Madrid. Il capitano di vascello David G. Farragut, al fine di riconquistare New Orleans, oltrepassa la Testa dei Passi e si dispone con i suoi battelli-mortaio in modo tale da colpire i forti Jackson e St. Philip. Le difese confederate della città, oltre che dei forti, si avvalgono di due formazioni navali poste al comando del capitano di fregata Whittle. La prima, al comando del capitano di fregata John K. Mitchell, comprende gli arieti corazzati Manassas, Louisiana (in fase di completamento), Mississippi (in costruzione) e una flottiglia di 12 tra cannoniere e piroscafi armati. La seconda, che fa parte della "Mississippi River Defence Fleet", è formata da 12 cannoniere ricavate dalla conversione di alcuni piroscafi fluviali. La flotta unionista comprende 17 unità (5 tra pirofregate e corvette e 12 cannoniere) e una flottiglia di 21 battelli-mortaio, ottenuti montando un obice da 330 mm su piccole imbarcazioni, agli ordini del capitano di fregata David Porter. Nave ammiraglia di Farragut è l'Hartford. Una volta presa posizione a circa tre miglia a valle dei forti, alle ore 10.00, i battelli-mortaio aprono il fuoco contro Fort Jackson. Il bombardamento prosegue, quasi senza soluzione di continuità, fino al 23 aprile, senza conseguire risultati apprezzabili. Per questo Farragut decide di forzare lo sbarramento dei forti e dei relitti affondati dai confederati. Divide la sua squadra in tre gruppi: il primo, al comando del capitano di vascello T. Bailey, comprende 8 unità, tra cui il Cayuga; il secondo gruppo è guidato dallo stesso Farragut e comprende le unità Hartford, Brooklyn e Richmond; il terzo gruppo, guidato dal capitano di vascello H. H. Bell, è composto da 6 cannoniere. All'alba del 24 aprile avviene lo scontro: il Cayuga penetra per primo nello sbarramento ed in pochi istanti inizia un violento duello tra le artiglierie navali e quelle costiere. Nello scontro intervengono anche il Manassas e le cannoniere confederate Governor Moore e McRae, che causano danni limitati al Mississippi e al Richmond. All'alba del 25 aprile la squadra di Farragut, dopo avere forzato il passaggio dei forti, dà fondo in località Quarantena. Nel corso dell'azione Farragut ha perso la cannoniera Varuna e 33 uomini, oltre a 171 feriti. Per contro la marina confederata, ad eccezione della Louisiana e delle cannoniere Defiance e McRae, ha perso tutto il naviglio, unitamente a 100 uomini e altrettanti feriti. Gli uomini del generale Butler entrano in New Orleans dopo che le forze navali di Farragut hanno costretto alla resa la guarnigione di Fort Jackson. Nel corso delle azioni per la presa della città la marina confederata perde il Louisiana e il Mississippi, incendiati entrambi dagli equipaggi prima della resa. La pirocorvetta Brooklyn e tre cannoniere unioniste salpano da New Orleans per risalire il Mississippi ed attaccare Vicksburg, l'ultimo serio ostacolo al controllo del fiume. Nei giorni successivi le unità sono seguite da Farragut, nel frattempo nominato contrammiraglio, a bordo dell'Hartford, e da alcuni piroscafi che trasportano le truppe per l'assalto. La squadra nel suo complesso raggiunge Vicksburg il 12 maggio senza incontrare resistenza dopo avere occupato Baton Rouge e altri centri minori, che si arrendono senza opporre resistenza. Una volta davanti a Vicksburg Farragut si rende conto che le forze confederate hanno rafforzato le proprie postazioni difensive e che le forze di cui dispone non sono sufficienti ad averne ragione. Decide perciò di ritornare a New Orleans, dove giunge il 28 maggio. Una formazione navale nordista agli ordini dell'ammiraglio Goldsborough e composta dal Monitor, dalla cannoniera corazzata Galena e dai piroscafi Aroostook, Port Royal e Nangatuck attacca Fort Darling, nei pressi di Drewry's Bluff, e la cannoniera Patrick Henry. L'azione si conclude con il danneggiamento del Galena ed il ripiegamento verso sud delle forze nordiste. Il contrammiraglio Davis, al comando di cinque cannoniere nordiste e di alcuni arieti corazzati, riconquista la città di Memphis con una azione combinata con le forze terrestri. Nel corso dell'attacco l'intera squadra confederata, costituita da otto unità, viene distrutta, con la sola eccezione del Van Dorn che riesce a salvarsi. Nell'abbandonare la città i sudisti incendiano la corazzata Tennessee, in costruzione in uno dei cantieri della città. Le cannoniere nordiste Mound City, De Kelb, Lexington e Conestoga attaccano alcune batterie confederate a St. Charles, sul White River. Un contingente di truppe, trasportato da piroscafi, riesce a catturare le postazioni avversarie. Dopo i successi di Davis a Nord la squadra di Farragut si trova di nuovo davanti a Vicksburg, che viene sottoposta a bombardamento a partire dal giorno successivo. Il potente dispositivo difensivo messo in piedi dai confederati impedisce alle truppe trasportate da Farragut di prendere terra. Per questo il 28 decide di oltrepassare le difese confederate, così da congiungersi alle forze di Davis. Senza aspettare l'offensiva generale, il ministro della confederazione Mallory ordina che la corazzata Arkansas, in costruzione presso un cantiere sul fiume Yazoo, fosse messa in condizione di combattere. A metà luglio la nave è pronta e subito ingaggia un combattimento con due cannoniere ed un ariete corazzato nordisti che erano risaliti lungo il corso dello Yazoo. L'Arkansas riesce a distruggere la Carondelet e, nell'inseguire le altre unità nordiste, qualche ora dopo, in corrispondenza della confluenza tra lo Yazoo e il Mississippi, si trova di fronte l'intera squadra di Farragut, costituita da quattro pirofregate, nove cannoniere e altre unità minori. Nello scontro che ne segue l'Arkansas riesce a tenere testa alla formazione nordista, danneggia almeno tre cannoniere ed alla fine dello scontro entra a Vicksburg festeggiata dalla popolazione. Dopo lo scontro Farragut decide di ricongiungersi a sud della città con la Brooklyn, alcune cannoniere ed i battelli mortaio, così da attaccare in forze l'Arkansas. Dopo circa una settimana di cannoneggiamenti in cui la corazzata confederata tiene testa alle forze nemiche, che subiscono ulteriori danni, la cannoniera Essex e l'ariete Queen of the West affrontano l'unità. Lo scontro avviene il 22 luglio senza successo per le forze unioniste perché l'Arkansas, nel dimostrare la sua superiorità, infligge ulteriori danni e perdite tra gli equipaggi unionisti. Salpa dal porto britannico di Birkenhead, al comando di Raphael Semmes, l'incrociatore Alabama, acquistato dalla C. S. Navy. Nel corso della sua vita operativa, svolta nell'Atlantico Centrale e nel Golfo del Messico, riesce ad affondare 69 unità avversarie. Nel corso di una azione in appoggio alle truppe terrestri la corazzata confederata Arkansas è costretta ad arenarsi a seguito di una grave avaria all'apparato motore. La cannoniera nordista Essex approfitta della situazione per distruggerla. La cannoniera nordista Cairo affonda per urto contro una mina. L'incrociatore confederato Alabama affonda l'incrociatore ausiliario nordista Hatteras. Le corazzate confederate Chicora e Palmetto State attaccano la squadra di blocco dell'Atlantico, al comando del contrammiraglio Du Pont, al largo della città di Charleston, principale porto di approdo dei violatori di blocco. Nel corso dell'azione le due corazzate hanno la meglio sulle unità nordiste e riescono a danneggiare i piroscafi Mercedita e Keystone State. L'ariete nordista Queen of the West affonda il piroscafo confederato City of Vicksburg. Circa dieci giorni dopo il Queen of the West viene catturato dai sudisti che, il 24 febbraio, riescono ad impadronirsi anche della cannoniera corazzata Indianola. Con l'intento di conquistare la città di Vicksburg i nordisti attaccano sia dal fronte terrestre che navale. Il contrammiraglio Porter, al comando di 10 unità, tra cui due arieti e due grosse cannoniere corazzate, inizia a bombardare Fort Pemberton. Il bombardamento dura fino al 16 marzo ma, a seguito dei danni subiti a causa della reazione avversaria, è costretto a ritirarsi. E' il terzo tentativo di conquistare Vicksburg che fallisce. Una squadra nordista costituita da cinque cannonere corazzate e quattro battelli-mortaio, al comando di Porter, inizia la discesa del Deer Creek per portare un attacco tra Vicksburg e Port Hudson. Il 19 la squadra si viene a trovare circondata dalle batterie avversarie e, nell'impossibilità di manovrare nello stretto corso d'acqua, grazie al soccorso prestato dalle truppe del generale Sherman, riesce a disimpegnarsi risalendo il Deer Creek a marcia indietro. Nell'ambito dello stesso attacco il contrammiraglio Farragut il giorno 14 riesce a oltrepassare le fortificazioni di Fort Hudson con l'Hartford e la cannoniera Albatros, che fanno parte di una squadra composta da altre tre pirocorvette e due cannoniere d'altura. Il giorno 20 le unità di Farragut si incontrano con due arieti della squadra di Porter. Tutte le unità nordiste sono bersagliate dal fuoco delle batterie confederate di Grand Gulf. Farragut prende atto dell'impossibilità di avere ragione delle difese confederate e si disimpegna ritornando verso sud, andando ad ancorarsi alla confluenza tra il Mississippi ed il Red River. La squadra di blocco di Du Pont, rinforzata con i monitori corazzati Passaic, Weekhaven, Montauk, Papapsco, Catskill, Nahant, Nantucket e con le due grandi unità d'altura Keokuk e New Ironsides forzano la rada di Charleston. La reazione delle artiglierie confederate, soprattutto quelle di Fort Moultrie, costringe Du Pont a ritirarsi, lasciando sul teatro dello scontro il Keokuk  che affonda. Qualche giorno dopo arriva da Washington la decisione di sostituire Du Pont con il contrammiraglio Dahlgren. La presa di Vicksburg è diventata imperativa. Il generale Grant pianifica perciò un'operazione congiunta marina - esercito. Il Mississippi Squadron di Porter, costituito da 10 cannoniere corazzate, tre piroscafi e altro naviglio minore, ha il compito, per una parte, di forzare da nord le difese di Vicksburg, mentre per l'altra di stazionare a monte della città. Nel corso della notte le difese confederate si avvedono del tentativo di forzamento e con la loro violenta reazione provocano l'affondamento di un piroscafo ed il danneggiamento delle altre unità. Nonostante tutto Porter riesce a oltrepassare le postazioni confederate ed il 29 attacca le fortificazioni di Grand Gulf. Tre ore di intenso fuoco di artiglieria obbligano Porter a ritirarsi. Nonostante l'insuccesso della squadra l'azione combinata delle truppe di Grant e Sherman, che si ricongiungono il 19 maggio, obbliga l'intera Armata confederata del Mississippi a rifugiarsi all'interno delle fortificazioni di Vicksburg. Nel corso delle azioni navali condotte per la presa della città la marina nordista mette in campo per la prima volta gli arieti corazzati Lancaster e Switzerland, al comando di Porter, e le pirofregate Mississippi e Monongahela, agli ordini di Farragut. Il generale Grant, dopo un tentativo fallito, sferra un attacco alle difese di Vicksburg appoggiato dalle unità del contrammiraglio Porter. Anche questa volta il tentativo fallisce. Le forze confederate nel corso dell'azione riescono a danneggiare gravemente la cannoniera Tuscumbia e ad affondare, cinque giorni più tardi, la cannoniera Cincinnati. Vicksburg cadrà comunque il 4 luglio insieme a Port Hudson, attaccato dalle truppe del generale Banks e dalle unità del contrammiraglio Farragut. Con la caduta delle due piazzeforti i nordisti controllano il corso del Mississippi dal Kentucky al Golfo del Messico. Il Mississippi Squadron viene dislocato lungo il corso del fiume da Cairo fino al Red River e sulle altre vie d'acqua settentrionali. Le forze navali al comando di Farragut si occupano del controllo sul basso corso del fiume. Una importante aliquota di naviglio viene dedicata al blocco delle coste confederate nel Golfo del Messico. La flotta nordista agli ordini di Dahlgren inizia il bombardamento di Fort Wagner con l'intento di fare attestare le truppe del generale Gillmore sul lato meridionale della rada di Charleston. La reazione delle forze confederate costringe i nordisti alla ritirata. Inizia il bombardamento nordista contro Fort Sumter e la città di Charleston che si protrarrà fino al 22 settembre. Contemporaneamente la New Ironsides cannoneggia Fort Wagner. I confederati sono costretti ad evacuare quest'ultima posizione fortificata e Morris Island. Fort Sumter per contro riesce a ricacciare indietro le unità di Dahlgren. Dopo una breve pausa, in cui i contendenti provvedono al rafforzamento delle proprie batterie, il bombardamento nordista riprende il 22 ottobre per terminare il 6 dicembre. Fort Sumter è ridotto ad un ammasso di macerie ma, ancora una volta, le truppe confederate rifiutano di arrendersi. La guerra navale si arricchisce di una nuova arma. Debutta sulla scena il David, una silurante sommergibile. Al comando del tenente di vascello W. T. Glassell attacca la corazzata nordista New Ironsides, alla fonda davanti a Fort Sumter. Il David è dotato di un siluro sistemato su un'asta prodiera, che esplode poco al disotto della linea di galleggiamento. L'unità nordista è danneggiata gravemente mentre l'esplosione investe il David. Glassell, sbalzato in acqua, riesce a salvarsi mentre gli altri due uomini di equipaggio riescono a riprendere il controllo del battello e a riportarlo nel porto di Charleston.
Cronologia generale
Incrociatore corsaro Sumter (C.S. Navy). Da Cosentino Michele, "Le operazioni navali nella guerra di secessione americana", Supplemento alla Rivista Marittima, Roma, Maggio 1993. Il monitore CSS Virginia realizzato trasformando la fregata USS Merrimack La fregata Merrimack della marina statunitense varata il 15 giugno 1855 La resa di Fort Hatteras in una stampa dell'epoca Le coste della Confederazione e le zone di competenza delle Forze di blocco della Marina unionista. Da Cosentino Michele, "Le operazioni navali nella guerra di secessione americana", Supplemento alla Rivista Marittima, Roma, Maggio 1993. Monitore corazzato Monitor (U.S. Navy). Da Cosentino Michele, "Le operazioni navali nella guerra di secessione americana", Supplemento alla Rivista Marittima, Roma, Maggio 1993.