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  Daniele Ranocchia 
 
 
  
 
 
  
 
 
  
 
 
  
 
 
  Cronologia generale
 
 
 
  Partono da un porto francese per andare ad operare nell’area dei Caraibi i sommergibili tedeschi 
  facenti parte del gruppo Neuland U-67, U-129, U-156, U-161 e U-502. Manderanno a fondo 21 
  mercantili e la nave armata Acacia per complessivi 138.285 tsl.
  Salpa, al comando del capitano di corvetta Luigi Longanesi Cattani, dalla base italiana in Francia di 
  Betasom il sommergibile Leonardo Da Vinci. Sarà il primo di cinque destinati ad operare nel Mar 
  dei Caraibi e lungo le coste nord orientali del Brasile. Al fine di consentire una sufficiente autonomia 
  operativa al battello, così come agli altri destinati ad operare nella stessa area, erano state 
  aumentate le dotazioni di nafta, di viveri, di munizioni e di siluri.
  Nei primi giorni del mese i posamine veloci Welshman e Manxman della marina britannica posano 
  circa 1.000 mine al largo delle coste francesi tra Ushant e Boulogne.
  Salpa, con la stessa destinazione del Da Vinci, al comando del capitano di corvetta Antonio De 
  Giacomo, il sommergibile Luigi Torelli.
  Salpa, con la stessa destinazione dei sommergibili precedenti, al comando del capitano di corvetta 
  Ugo Giudice, il sommergibile Giuseppe Finzi.
  Alle ore 22.45 le navi tedesche Scharnhorst, Gneisenau e Prinz 
  Eugen, scortate da sei cacciatorpediniere e numerose piccole navi da 
  guerra salpano da Brest al comando del vice ammiraglio Ciliax dirette in 
  Germania. Dopo avere subito attacchi da parte di sei aerosiluranti 
  Swordfish, di cinque motovedette MTB e di sei cacciatorpedinieri al 
  comando del capitano di vascello Pizey, senza subire particolari 
  consegnuenze, alle ore 2.30 del 12 lo Scharnhorst urta una mina, ricevendone solo lievi danni. Lo 
  stesso incidente accade alle ore 20.00 al Gneisenau. Alle ore 21.00 lo Scharnhorst urta una 
  seconda mina che causa un breve stop. Ciò non impedisce alla nave di raggiungere, alle prime ore 
  del mattino del 13, il porto di Wilhelmshaven. Le altre navi raggiungono anch'esse l'estuario 
  dell'Elba senza altri danni alle prime ore del 13.
  Salpano, con la stessa destinazione dei sommergibili precedenti, i 
  sommergibili Francesco Morosini ed Enrico Tazzoli, comandati 
  rispettivamente dai capitani di corvetta Athos Fraternale e Carlo Fecia di 
  Cossato.
  Il sommergibile francese Surcouf, il più grande 
  del mondo (superficie 2.280 t / immersione 
  4.300 t) fino a quel momento, viene speronato alle ore 22.30 dal cargo 
  americano Thompson-Lykes mentre naviga a luci spente a 70 miglia a 
  nord NNE di Cristobal. La ricerca dei superstiti, condotta fino al mattino successivo, non da alcun 
  esito e convince il comandante americano di avere speronato un sommergibile tedesco. Con il 
  Surcouf periscono il comandante, capitano di fregata Blaison, ed i 130 marinai dell'equipaggio.
  Il sommergibile Luigi Torelli avvista a levante della Martinica il piroscafo 
  da carico britannico Scottish Star, di 7.224 tsl. Questo verrà affondato la 
  notte seguente.
  Il sommergibile Leonardo Da Vinci ottiene il primo successo affondando  
  con un siluro il piroscafo da carico brasiliano Cabedelo, di 3.557 tsl. Il piroscafo era partito da 
  Filadelfia il 14 e da allora non aveva più dato notizie.
  Trasferitosi su ordine di Betasom in prossimità delle coste della Guyana, il sommergibile Luigi 
  Torelli affonda nella notte tra il 25 e il 26 la petroliera panamense Esso Copenhagen, di 9.245 tsl.
  Il Leonardo Da Vinci avvista in serata il piroscafo da carico lettone Everasma. Dopo un lungo 
  inseguimento riesce ad affondarlo il mattino seguente con i siluri e con alcuni colpi del cannone da 
  100 mm.
  I convogli artici da e per la Russia QP8 e PQ12 salpano contemporaneamente per le rispettive 
  destinazioni. Il giorno 6, con l'insegna del vice ammiraglio Ciliax, salpa la Tirpitz dal suo approdo di 
  Trondheim, con l'obiettivo di intercettare i convogli. L'ammiraglio Tovey, informato da un 
  sommergibile britannico in pattugliamento, salpa da Scapa Flow per interporsi tra la squadra 
  tedesca ed i convogli, che è previsto si incontrino a Sud Ovest dell'Isola Bear a mezzogiorno del 7. 
  Dopo alcune scaramucce nel corso delle quali viene affondato un cargo russo appartenente al 
  convoglio QP8, e viene attaccata con aerosiluranti la Tirpitz, senza conseguenze, entrambi i 
  contendenti tornano alle proprie basi.
  Il sommergibile Giuseppe Finzi affonda con quattro siluri a 350 miglia a NE di Mona Pass la 
  petroliera britannica Melpomene, di 7.001 tsl. La notte seguente insegue e affonda con tre siluri, 
  nella posizione 20° 50’ N 62° 05’ W, il piroscafo svedese Skane, di 4.528 tsl.
  Il sommergibile Enrico Tazzoli affonda con i siluri e con il cannone da 120 mm i piroscafi da carico 
  olandese Astrea, di 1.406 tsl, e norvegese Tönsbergfjord, di 3.156 tsl.
  Il sommergibile Enrico Tazzoli incontra e affonda il piroscafo da carico uruguaiano Montevideo, 
  di 5.785 tsl. L’11 successivo, dopo essersi trasferito fra le Bahamas e le Bermuda affonda il 
  piroscafo da carico panamense Cygnet, di 3.528 tsl. Nel pomeriggio del 13 affonda il cargo 
  britannico Daytonian, di 6.434 tsl, e nel pomeriggio del 15 la petroliera britannica Athelqueen, di 
  8.780 tsl. Terminato il periodo della missione fece rotta per Le Verdon, dove arrivò il 31 marzo.
  Il sommergibile Giuseppe Finzi affonda con sei siluri la petroliera norvegese Charles Racine, di 
  9.957 tsl. Quattro giorni dopo, ricevute 21 t di nafta dal sommergibile Francesco Morosini, inizia il 
  viaggio di ritorno a Le Verdon, dove giungerà il 31 marzo.
  A NE della Guadalupa il sommergibile Francesco Morosini affonda con un siluro il piroscafo da 
  carico britannico Stangarth, di 5.966 tsl. Dopo avere ricevuto dal Finzi 21 t di nafta, per ordine di 
  Betasom, si sposta verso SW. Qui, nella notte tra il 15 e 16 affonda la petroliera olandese Oscilla, 
  di 6.341 tsl. Una settimana dopo affonda un’altra petroliera, la britannica Peder Bogen, di 9.741 
  tsl.
  Al fine di rendere inutilizzabile l'approdo di St. Nazaire alle grandi navi tedesche, il caccia ex 
  americano Campbeltown, imbottito di esplosivo, salpa da Falmouth insieme a 18 unità costiere e 
  una forza di attacco di 260 commandos guidati dal capitano di fregata Rayder. Il 28 il 
  Campbeltown, colte di sorpresa le difese, viene fatto esplodere, rendendo inutilizzabile il porto. Il 
  successo costerà la vita di 170 commandos e la perdita di 16 delle 18 unità impiegate.
  Il convoglio PQ13 diretto in Russia viene attaccato da bombardieri, u-boats e tre cacciatorpediniere 
  tedeschi. Nel corso dello scontro il cacciatorpediniere Z26 viene affondato dalla scorta mentre 
  l'incrociatore britannico Trinidad viene seriamente danneggiato da un siluro lanciato dalla stessa 
  nave che, per cause imponderabili, inverte la propria rotta. Il Trinidad troverà riparo nella Baia di 
  Kola, senza possibilità di essere riparato.
  Negli ultimi giorni del mese salpano i convogli PQ15 e QP11. Nel corso della navigazione 
  l'incrociatore Edinburgh viene silurato da un u-boat. Il 2 maggio, nel viaggio verso Murmansk, 
  viene definitivamente affondato da caccia tedeschi che, nel corso dell'azione, perdono il 
  cacciatorpediniere Shoemann. Oltre all'incrociatore la marina britannica perde un caccia mentre 
  altri due sono danneggiati. Nel tentativo di trasferire l'incrociatore Trinidad nella madrepatria, 
  questo viene individuato da bombardieri tedeschi e affondato.
  Per la caccia ai convogli artici degli alleati i tedeschi dispongono nelle basi norvegesi dello Sheer, 
  del Lützow e quattro cacciatorpediniere a Narvik. Della Tirpitz, dell'Hipper e di sei 
  cacciatorpediniere a Trondheim.
  Salpa da Reykjavik il convoglio PQ16 e dalla Baia di Kola il convoglio QP12, costituito da 15 
  mercantili. Quattro giorni dopo i due convogli si incrociano e il PQ16 viene attaccato dall'aria per 
  cinque giorni alla fine dei quali solo 7 mercantili risultano perduti. L'esperienza consiglia gli alleati di 
  integrare la scorta con una o due portaerei concepite appositamente.
  L'oceano Atlantico viene diviso dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna in due aree strategiche sui 
  quali ciascun paese esercita il proprio controllo. La linea di demarcazione corrisponde 
  generalmente al meridiano 26° Ovest. Nello stesso tempo viene anche stabilita una linea di 
  cambiamento del controllo operativo (Chop Line - Change of Operational Control) di tutti i 
  movimenti di navi. Il settore ad Est della linea ricade sotto la responsabilità dell'Ammiragliato 
  britannico mentre ad Ovest la responsabilità ricade sull'U.S. Navy Department.