home collezioni filateliche gallerie fotografiche biblioteca
Copyright © 2000-2014 Daniele Ranocchia, all rights reserved
Questo è il sito personale ma non troppo... di  Daniele Ranocchia 
la battaglia del rio de la plata la battaglia del rio de la plata
Avvertito dai messaggi dell'Ammiragliato il commodoro Harwood si prepara a dare la caccia alla corazzata tascabile, di cui ancora non conosce il nome, con le unità a sua disposizione. Queste sono: l'incrociatore Exeter (capitano di vascello F. S. Bell), nave ammiraglia dislocata a Port-Stanley; l'incrociatore Cumberland (capitano di vascello Moore), dislocato a Port-Stanley; l'incrociatore Achilles (capitano di vascello W. E. Parry), in servizio davanti a Rio de Janeiro; l'incrociatore Ajax (capitano di vascello C. H. L. Woodhouse), in navigazione verso il Rio de la Plata. Harwood, dopo una attenta analisi delle informazioni in suo possesso, si convince che il luogo del prossimo attacco tedesco non può che essere la zona del Rio de la Plata, solcata da numerose navi che trasportano in prevalenza granaglie e carni. Si prepara pertanto a difenderla concentrando nella zona tutte le navi a sua disposizione. Al Cumberland, ai lavori alle Falkland, viene ordinato di raggiungere la zona con le sole due eliche operative delle quattro disponibili; l'Achilles deve lasciare Rio de Janeiro per arrivare a Montevideo e fare il pieno di combustibile; l'Exeter deve lasciare le Falkland per trovarsi il 9 dicembre alle ore 16.00 al Rio de la Plata; l'Ajax e l'Achilles devono incontrarsi il 10 in posizione 35° S - 50° W. Mentre Harwood dispiega le sue forze ed impone a tutte il silenzio radio, il comandante tedesco Langsdorff è incerto se proseguire la sua azione al largo di Rio de Janeiro o nel Rio de la Plata. Per lui decide il fato. Il 7 dicembre l'Admiral Graf Spee intercetta il mercantile Streonshaln, di 9.895 tonnellate. Dopo averlo fermato ed essere saliti a bordo, i tedeschi si accorgono che il comandante J. J. Robinson ha fatto buttare a mare tre sacchi zavorrati. Uno di questi viene ripescato ed in esso viene rinvenuto il piano delle rotte delle navi mercantili che lasciano il Rio de la Plata dirette in Gran Bretagna. La decisione è presa! Dopo avere affondato lo Streonshaln in posizione 25° S - 27°50' W, l'Admiral Graf Spee fa rotta per la baia di Santos. L’incontro Alle ore 7.00 del 12 dicembre 1939 gli incrociatori inglesi Ajax, Achilles e Exeter si trovano in posizione 32°  S - 41° W, dove tutte le navi che entrano ed escono nel Rio de la Plata sono obbligate a passare; mentre si esercitano ad un attacco simulato, la Graf Spee è in navigazione a 15 nodi diretta proprio verso le navi inglesi. Il 13 dicembre, alle prime ore del mattino, vede la Graf Spee a 34°30' S - 49°55' W con rotta 155° a 15 nodi. La visibilità è ottima. Alle 5.52 le sue vedette segnalano la presenza di navi a 31.000 m sulla dritta a proravia. Langsdorff ordina di aumentare la velocità per avvicinarsi e capire di che cosa si tratti. Alle 6.00 viene dato l'ordine “al posto di combattimento” e le navi riconosciute dai tedeschi come un tipo Exeter e due cacciatorpediniere. Si decide di attaccare. Alle 6.10 Langsdorff riconosce che i due supposti cacciatorpediniere sono in realtà due incrociatori: l'Ajax e l'Achilles. Anche gli inglesi si avvedono della presenza della corazzata tedesca. Alle 6.15 la Graf Spee, navigando a tutta velocità, accosta per 115° per attaccare a dritta. Dalla torre A segnalano di non essere in condizione di brandeggiare. In pochi minuti l'avaria viene riparata e le due torri prodiere iniziano a sparare da una distanza di 20.000 m, una sull'Exeter, l'altra sull'Ajax. Alle 6.20 la 1a Divisione, costituita dall'Achilles e dall'Ajax, accosta per 340° distendendosi, così che la Graf Spee si trova costretta a disperdere il tiro. Le unità inglesi iniziano il fuoco: l'Exeter, lasciando la linea di battaglia, alle 6.20; l'Achilles alle 6.21; l'Ajax alle 6.23. Il tiro dell'Achilles risulta da subito preciso. Esso è dotato dell'”Admiralty Fire Control Table”, una specie di calcolatore capace di determinare i parametri di tiro dati distanza, velocità e rotta del nemico, unitamente alla direzione e forza del vento. Alle 6.25 la Graf Spee concentra il tiro dei suoi cannoni da 280 mm sull'Exeter mentre l'armamento secondario viene indirizzato verso le altre due unità nemiche. Alla terza salva l'Exeter viene colpito al centro. Vengono danneggiati il sistema di trasmissione ed i due aerei sistemati sul ponte; gli addetti al tubo lanciasiluri di dritta rimangono uccisi. Da questo momento il comandante Bell lascia la timoneria, diventata inutilizzabile, e si trasferisce con gli ufficiali a poppa. Gli ordini, nel seguito dell'azione, saranno dati a voce. Un altro proietto da 280 mm colpisce la torre B dell'Exeter. Tutti i serventi ai pezzi rimangono uccisi. Alle 6.28 l'Exeter viene colpito a prora da altri due colpi da 280 mm. Alle 6.30 la Graf Spee dirige il tiro dei cannoni di una torre sull'Achilles e sull'Ajax, che viene colpito tre volte. Alle 6.32 l'Exeter tenta di lanciare i siluri dai tubi di dritta accostando, la Graf Spee risponde accostando a 150° sulla sinistra, proteggendosi con una cortina di fumo. L'Ajax e l'Achilles manovrano per avvicinarsi al nemico. Alle 6.37 l'Ajax, sotto il fuoco nemico, catapulta il suo aereo da ricognizione con ai comandi il tenente di vascello Lewin. L'Exeter  manovra e si avvicina alla nave tedesca. Alle 6.38 l'Exeter viene colpito da altri due proietti. Il primo mette fuori uso la torre prodiera, il secondo scoppia a centronave, provocando un principio d'incendio in un deposito munizioni e l'allagamento del deposito proietti da 105 mm. Numerose avarie colpiscono i circuiti elettrici. Alle 6.40 l'Achilles viene raggiunto da alcuni colpi a prora. Alle 6.50 l'Exeter è fuori combattimento e lascia il campo di battaglia, avvolgendosi dietro a cortine di fumo,  dirigendosi verso Port-Stanley. Due torri sono fuori uso, la terza ha un solo cannone funzionante ed il fuoco avviene ad occhio; il castello di prua, distrutto, brucia; a prua sono state imbarcate 650 tonnellate di acqua; i ponti ed i corridoi sono coperti di cadaveri; il comandante Bell è accecato da una ferita al viso. Alle 6.56 la Graf Spee continua ad avere come bersaglio principale l'Exeter che, disimpegnandosi sbandato di 7° a sinistra, continua a sparare con il solo cannone funzionante di poppa. In questa fase la Graf Spee, fatta segno ad attacchi con siluro, accosta più volte e si avvolge di nubi di fumo artificiale. L’Achilles e l’Ajax in azione Alle 7.10, uscito di scena l'Exeter, il commodoro Harwood ordina all'Ajax e all'Achilles, che si trovano a  15.500 m dalla Graf Spee, di accostare per serrare le distanze. Alle 7.16, dopo avere rinunciato ad inseguire l'Exeter, la Graf Spee concentra il suo fuoco sull'Achilles e l'Ajax, colpendo quest'ultima con tre proietti da 280 mm. Anche la corazzata viene raggiunta da alcuni colpi e lo stesso Langsdorff ferito. Per sfuggire al tiro la Graf Spee compie alcune brevi accostate a tutta velocità ed emette cortine di fumo. Alle 7.20 le unità inglesi, nonostante alcuni zig-zag a tutta forza, mettono a segno alcuni colpi. Agli inglesi sembra di scorgere un incendio al centro della Graf Spee. Alle 7.25 un proietto da 280 mm a scoppio ritardato della corazzata tedesca attraversa le sovrastrutture poppiere dell'Ajax  raggiungendo l'alloggio del commodoro. Nel suo tragitto il proietto provoca gravi danni ai macchinari ed impianti delle torri poppiere (le torri X e Y nella terminologia inglese). Queste diventano inutilizzabili. Per contro Harwood decide di lanciare i siluri e fa accostare l'Ajax  sulla dritta. Vengono lanciati 4 siluri da una distanza di 8.500 m. Langsdorff, avvertito del lancio, manovra a tutta velocità ed evita i siluri, riprendendo la rotta nord-ovest. Nonostante la Graf Spee sia stata raggiunta da numerosi colpi che hanno provocato morti e distruzioni, la corazzata conserva le sue capacità di manovra e di combattimento. Alle 7.38, mentre le unità britanniche si trovano a solo 7.000 m dalla corazzata tedesca, Harwood decide di interrompere la battaglia con l'intenzione di riprenderla nel corso della notte. L'Ajax e l'Achilles fanno rotta verso est. L'Achilles ha soltanto il 20% delle munizioni, le torri poppiere ed il montacarichi della torre B sono fuori uso. La Graf Spee, senza tentare di avvicinarsi, prende a 22 nodi rotta per 270°. Sembra dirigersi verso l'estuario del Rio de la Plata. Prima di interrompere il contatto la Graf Spee riesce a mettere ancora a segno un colpo sull'Ajax; colpo che abbatte l'albero di maestra con tutte le antenne radio. L’inseguimento Alle 7.40 inizia il pedinamento dell'Ajax e dell'Achilles nei confronti della Graf Spee. Alla velocità di 24 nodi le due unità britanniche fanno rotta per 140° una e 240° l'altra, mantenendosi ad una distanza tra i 20 ed i 24 km. Si fa la conta dei danni e delle perdite. Sulla Graf Spee si contano 35 uomini uccisi, di cui un ufficiale, e 60 feriti. I danni sono prevalentemente concentrati a prora. Un proietto ha perforato il ponte corazzato. Per questo Langsdorff giudica la sua nave non più in grado di navigare nel Nord Atlantico in quella stagione. Tra i danni si deve annoverare la messa fuori uso di tutte le cucine, ad esclusione di quella del comandante, per cui non è più possibile sfamare adeguatamente l'equipaggio. Le perdite sull'Ajax e l'Achilles  sono modeste: sul primo si contano 7 morti, sul secondo 4. Alle 9.12 l'Ajax recupera l'aereo del tenente di vascello Lewin; ha sorvolato per molto tempo l'Exeter in navigazione verso le Falkland. Su questo si conta la perdita di 5 ufficiali e 56 uomini. Alle 11.04, quando la Graf Spee si trova nei pressi dell'estuario del Rio de la Plata, incontra lo Shakespeare. In un primo momento Langsdorff decide di affondare con il siluro il mercantile e per questo trasmette alle unità che lo inseguono di provvedere al recupero dei naufraghi. Subito dopo ritiene poco conveniente per la qualità dei rapporti con l'Argentina e l'Uruguay, di cui avrà bisogno nei giorni successivi, affondare una nave proprio all'ingresso dell'estuario. Prosegue dritto per la sua strada. Il messaggio che Langsdorff ha trasmesso, firmato con il nome della corazzata tedesca, consente agli inglesi di conoscere per la prima volta il nome dell'unità contro cui stanno combattendo. Credevano di avere di fronte l'Admiral Scheer. Alle 19.15, quando ormai sta penetrando nel Rio de la Plata, la Graf Spee apre il fuoco contro l'Ajax con i cannoni da 280 mm. L'Ajax  risponde ma nessuno dei proietti colpisce il bersaglio, da entrambi le parti. Langsdorff ha già deciso di rifugiarsi nel porto di Montevideo ma questo Harwood non lo sa e dispone le sue navi in modo da contrastare la fuga dell'unità nemica. Questa sarebbe possibile considerato che la Graf Spee conserva intatta la sua capacità di combattimento mentre le unità britanniche, oltre alle menomazioni subite, hanno un residuo 20% del munizionamento iniziale. In realtà Langsdorff non possiede più le capacità decisionali di cui è capace. Le ferite riportate hanno intaccato pesantemente le sue possibilità. Questo non era noto all'Alto Comando tedesco quando, Reader in persona, informato sull'esito della battaglia, aveva lasciato tutte le decisioni alle capacità discrezionali di Langsdorff. La Graf Spee pertanto prosegue la sua navigazione in direzione di Montevideo e sulla sua rotta incontra, a 2 miglia dall'isola di Lobos l'incrociatore neutrale Uruguay prima ed il transatlantico francese Formose poi. A 10 miglia da Montevideo Langsdorff comunica all'equipaggio che la battaglia è finita. La Graf Spee da fondo all'ancora davanti a Montevideo alla mezzanotte del 13 dicembre 1939. Nel corso della notte ai prigionieri inglesi a bordo della corazzata, usciti tutti indenni dalla battaglia, viene comunicato che il giorno successivo saranno lasciati liberi. La fine dell’Admiral Graf Spee Il 14 dicembre due esperti del ministero degli esteri uruguaiano salgono a bordo della corazzata tedesca per controllarne le condizioni. Secondo la Convenzione dell'Aja dell'8 ottobre 1907 una nave belligerante non può trattenersi per più di ventiquattro ore in un porto neutrale. Un prolungamento è consentito se lo stato del mare o i danni subiti possono pregiudicare la sicurezza della nave. Trascorso il periodo accordato, se il porto non viene lasciato, la nave deve essere disarmata e l'equipaggio internato. Mentre il Ministro degli Esteri dell'Uruguay, Alberto Guani, è in attesa del rapporto dei tecnici inviati a bordo della Graf Spee, gli ambasciatori di Gran Bretagna, Millington-Drake, e di Francia, Gentil, chiedono udienza al ministro, per consegnare una lettera dei rispettivi governi; lettera in cui si chiede di applicare la Convenzione dell'Aja. Langsdorff nel frattempo cerca di trovare il modo per riparare i danni della sua nave. L'unico cantiere a Montevideo è proprietà dei Voulminot, di origine francese, che si rifiutano di eseguire i lavori. Questi dovranno essere fatti dagli stessi marinai e da qualche volontario reperito tra i numerosi simpatizzanti alla causa tedesca di Montevideo. Alle 19.00 i tecnici inviati a bordo consegnano il loro rapporto al Ministro degli Esteri. Nel rapporto si segnala la presenza di due falle a prora, una di 2 x 2 m, prossima al galleggiamento, e l'altra di 0.7 x 0.6 m, giudicate pericolose per la navigazione. Sulla base del rapporto il governo uruguayano concede alla Graf Spee una permanenza di 72 ore a partire dalle 20.00 del 14. Ciò significa che la nave dovrà lasciare il porto entro le 20.00 del 17 dicembre. L'ambasciatore inglese protesta per il lungo periodo accordato ma il governo uruguayano conferma la sua decisione, anche perché sottoposto alle pressioni in senso contrario dell'ambasciatore tedesco. Mentre le ore passano, gli inglesi cambiano tattica, e da Londra arriva all'ambasciatore Millington-Drake la disposizione di fare di tutto per trattenere la corazzata tedesca nel porto di Montevideo per almeno altri 5 giorni. Così che la corazzata Renown e la portaerei Ark Royal possono raggiungere le navi di Harwood. Venerdì 15 dicembre Millington-Drake si incontra con il Ministro Guani e chiede che, essendo una nave inglese, l'Ashworth, in procinto di salpare, alle 18.15, da Montevideo, in virtù del fatto che la Convenzione dell'Aja vieta ad una nave da guerra di lasciare un porto neutrale prima che siano passate ventiquattro ore dalla partenza, dallo stesso porto, di una nave mercantile del paese avversario, di proibire alla Graf Spee di lasciare il porto prima delle 18.15 di sabato. Stessa scena si ripete più tardi nella giornata quando Millington-Drake informa Guani che il giorno successivo alle ore 17.00 il mercantile inglese Dunster Grange lascerà Montevideo. Rinnova pertanto la richiesta di proibire alla Graf Spee di salpare prima che siano trascorse ventiquattro ore dalle 17.00 di sabato. Mentre gli inglesi si davano da fare per tenere bloccata in porto la corazzata tedesca, Langsdorff aveva inviato a Berlino un telegramma in cui, oltre a segnalare l'impossibilità ormai di raggiungere la Germania, proponeva di forzare il blocco esercitato dalle navi inglesi in direzione di Buenos Aires; chiedeva inoltre l'autorizzazione ad auto affondare la nave nelle acque basse del Rio de la Plata se il tentativo di forzamento doveva risolversi a svantaggio della Graf Spee, oppure farsi internare in Uruguay. Il 16 dicembre il grandammiraglio Reader invia a Langsdorff il telegramma di risposta in cui si invita a percorrere tutte le strade possibili per ottenere una dilazione del periodo di sosta, si autorizza a forzare il blocco in direzione di Buenos Aires, si autorizza l'auto affondamento piuttosto che l'internamento in Uruguay. Mentre Harwood riceve il grado di contrammiraglio e viene nominato commendatore dell'ordine del Bagno il comandante Langsdorff sbarca e si reca, attorno alle 19.00 del 16 dicembre, presso la legazione tedesca di Montevideo. Li viene raggiunto da un nuovo telegramma di Reader che ordina, constatata l'impossibilità di ottenere una dilazione, di forzare il blocco ed autoaffondarsi se la nave rischia la distruzione ad opera delle navi inglesi. Dalle notizie disponibili in quel momento la Graf Spee per dirigersi verso Buenos Aires avrebbe dovuto  combattere contro la Renown, armata di sei cannoni da 381 mm, l'Ark Royal, con una sessantina di apparecchi, il Cumberland e, ancora, l'Ajax e l'Achilles. La decisione è presto presa. Alle ore 4.00 del 17 Langsdorff risale a bordo e all'alba la corazzata lascia gli ormeggi con una comandata incaricata dell'autoaffondamento, dopo avere fatto trasbordare il resto dell'equipaggio sul mercantile tedesco Tacoma. A bordo della Graf Spee il lavoro di distruzione prosegue per tutto il giorno. Alle 20.00 l'ultima lancia con a bordo Langsdorff lascia la nave. Pochi minuti ancora e la Graf Spee si posa sul fondo dell'estuario come una massa informe di lamiere. Quando ormai è troppo tardi Langsdorff viene a conoscenza che la corazzata Renown e la portaerei Ark  Royal sono ancora lontane, a Rio de Janeiro. Sia Langsdorff che l'equipaggio raggiungono Buenos Aires, dove sperano in un trattamento migliore. All'alba del 20 dicembre, dopo avere passato una serata in un hotel di Buenos Aires con i suoi ufficiali, Langsdorff viene trovato morto nel suo letto. Si è suicidato sparandosi alla tempia. Tutto l'equipaggio viene internato in Argentina; molti uomini riusciranno ad evadere e a raggiungere fortunosamente la Germania.
Una bella foto a colori dell'Admiral Graf Spee La Graf Spee in affondamento I funerali di Langsdorff a Buenos Aires La Admiral Graf Spee I movimenti delle navi nel corso della battaglia HMS Achilles HMS Ajax HMS Exeter
I danni subiti dall’incrociatore pesante Exeter nello scontro con l’Admiral Graf Spee (Foto da Faggioni G. – La guerra aeronavale lungo le coste dell’America meridionale, Bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare, Roma, Dicembre 201