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la guerra navale franco-thailandese del 1940-1941 la guerra navale franco-thailandese del 1940-1941
Ricevuto l'ultimatum giapponese il generale Catroux, governatore francese dell'Indocina, lo trasmette in Francia sottolineando che una eventuale accettazione avrebbe potuto consentire di salvare la colonia. Contemporaneamente Catroux indirizza un appello urgente alla Gran Bretagna ed agli Stati Uniti. Entrambi evitano di impegnarsi sul nuovo fronte, preoccupati come sono di non rompere con il Giappone nel momento in cui gli inglesi devono reimbarcare a Dunkerque il corpo di spedizione e l'Italia è scesa in guerra al fianco della Germania. Nonostante questo gli inglesi, che hanno una squadra navale a Singapore al comando dell'ammiraglio Noble, il 28 giugno si accordano con Catroux e l'ammiraglio Decoux, comandante francese delle forze navali presenti nell'area, per assicurare gli approvvigionamenti, vitali per l'Indocina, in cambio di un utilizzo della squadra navale francese tale da non mettere in difficoltà quella inglese. L'accordo non piace ai giapponesi che inaspriscono i loro comportamenti ed il giorno 22 settembre 1940 impongono un accordo che regola le condizioni per lo sbarco di truppe nipponiche in punti strategici dell'Indocina. Sbarco che avviene il 26 settembre 1940 a Haiphong; nello stesso giorno viene occupata anche Langson. La debolezza della posizione francese viene colta dalla Thailandia dove è al potere il generale Luang Pibul Songgram, il cui piano di governo è quello di dare al paese un ruolo di primo piano tra i popoli del sud-est asiatico. Il governo di Bangkok, espressione di una casta militare che ha costretto il re Prajadhipok ad abdicare, intrattiene ottimi rapporti con le potenze dell'Asse e non tarda a rivendicare vasti territori della Cambogia e del Laos, delimitati dalla riva destra del Mekong, annessi con la forza dalla Francia nella seconda metà del secolo XIX. L'iniziativa del governo thailandese è vista di buon occhio da quello giapponese che si sta preparando ad assumere il controllo del sud-est asiatico, ricco di petrolio, stagno, caucciù e riso. Il 28 settembre 1940 il governo thailandese rompe gli indugi ed ordina alle proprie truppe di varcare il confine con l'Indocina. Inizia così una guerra che, anche se combattuta dalle forze thailandesi e francesi, è da attribuire alle mire egemoniche giapponesi nell'area. Le forze navali francesi in Indocina sono ben poca cosa se si considera la consistenza della Marine Nationale  al momento dell'entrata in guerra il 3 settembre 1939. L'unità più importante è l'incrociatore Lamotte-Picquet  di 7.249 tonnellate e 34 nodi di velocità, armato con 8 cannoni da 155mm, 4 da 75, 2 da 47, 4 mitragliere, 12 lanciasiluri da 550 mmm e 2 aerei. A questo si aggiungono gli avvisi coloniali Amiral Charner e Dumont- D'Urville, entrambi di 1.696 tonnellate e 15.5 nodi di velocità, armati con 3 cannoni da 138 mm, 4 da 37, 6 mitragliere a.a. ed un aereo. Altre due obsolete cannoniere fanno parte della squadra. Sono la Marne e la Tahure, armate rispettivamente con 2 cannoni da 65 mm e 1 da 47 e da 4 cannoni da 100, 6 da 47 e 2 mitragliere. La consistenza della Marina thailandese è di poco superiore. Essa consiste di 4 cannoniere corazzate, la  Dhonburi e la Sri Ayuthia, di 2.115 tonnellate e 15.5 nodi di velocità, armate con 4 cannoni da 203 mm, 4 da 76 e 4 mitragliere da 20 mm a.a.; la Tacin e la Maeklon, armate con cannoni da 120 mm; tutte di provenienza giapponese. Alle precedenti unità si affiancano le nove torpediniere della classe “Chonburi realizzate in Italia presso i Cantieri Riuniti dell'Adriatico di Monfalcone. Le torpediniere hanno un dislocamento di 460 tonnellate ed una velocità di 31 nodi, l'armamento è costituito da 3 cannoni da 76 mm, 2 mitragliere da 20 mm a.a. e 6 lanciasiluri da 457 mm. Nel 1938 la Marina thailandese aveva ordinato, sempre ai Cantieri Riuniti dell'Adriatico, i due incrociatori Taksin e Naresuan, di 4.268 tonnellate e 30 nodi. Questi non saranno mai consegnati perché requisiti dalla Regia Marina al momento dell'entrata in guerra dell'Italia. Ribattezzati Etna e Vesuvio, sebbene varati tra il 1941 e il 1942, non riusciranno ad entrare in servizio prima dell'8 settembre 1943. Completano le forze della Marina thailandese 4 sommergibili realizzati in Giappone dalla Mitsubishi. Le forze navali suddette si fronteggiano, senza entrare in azione, fino al 13 gennaio 1941, quando la situazione cambia drasticamente. Quel giorno arriva nella bai di Cam Rahn l'ammiraglio Terraux con la notizia che i thailandesi si stanno muovendo in forze con l'intento di attaccare le coste della Cambogia. Le segnalazioni avvertono che il grosso della flotta è in movimento dalla base di Sattahip alle acqua dell'isola Kho Chang. Terraux lascia al capitano di vascello Bérenger, comandante del Lamotte-Picquet, precise istruzioni nel caso l'incursione navale thailandese si fosse rilevata pericolosa. Il 15 gennaio Bérenger riceve un messaggio in codice che ordina di ricercare e distruggere le forze navali nemiche tra Sattahip e la costa cambogiana. Il Lamotte-Picquet salpa immediatamente con Bérenger che, assumendo le funzioni di commodoro, fissa il punto di riunione con le proprie cannoniere alle isole Poulo Condore, cento miglia a sud di Capo Saint-Jacques. Le unità francesi, una volta riunite, vengono disposte da Bérenger in tre gruppi. Il Marne e il Tahure operano da ovest, l'Amiral Charner e il Dumont-D'Urville  sul lato opposto e il Lamotte-Picquet a sud. All'alba del 17 gennaio 1941, quando sono in vista dell'isola Kho Chang, gli idrovolanti ricognitori della marina  “Loire 130”, al comando del tenente di vascello Gaxotte, avvistano tra la foschia le forze navali thailandesi, che aprono un nutrito fuoco contraereo. Le artiglierie navali di entrambi gli schieramenti aprono il fuoco e in breve le quattro cannoniere francesi prendono il sopravvento, per effetto della maggiore accuratezza del tiro e del maggiore calibro dei propri cannoni, mettendo a segno numerosi colpi. Nonostante la strenua difesa dei marinai thailandesi colano a picco il Chomburi, il Songkla e il Trat. Mentre si svolge l'azione delle cannoniere il Lamotte-Picquet, alle 06.20 scorge nella foschia un bersaglio  indistinto. Indirizza verso di esso tre siluri, due dei quali esplodono sulla costa. Il terzo colpisce il bersaglio. Più tardi si saprà che il siluro ha colpito la cannoniera thailandese Sri Ayuthia, arenatasi volontariamente a seguito di alcune avarie. Terminata l'azione il Lamotte-Picquet scorge la cannoniera Dhonburi che, con il fuoco dei suoi 203 mm, costringe l'incrociatore ad accostare insieme all'Amiral Charner nel frattempo sopraggiunta. Dalla distanza di 12.000 m il Lamotte-Picquet apre il fuoco con i suoi 155 mm e colpisce ripetutamente il Dhonburi. Uno dei colpi uccide il comandante dell'unità, capitano di vascello Luang Prom Wirapham, che nel 1940 era stato ministro della Marina thailandese, costringendo il Dhonburi a disimpegnarsi con notevoli danni a bordo. Alle 16.40 la cannoniera riesce ad arenarsi ma poi si rovescerà su un fianco. La battaglia navale di Kho  Chang si conclude con la disfatta della Marina thailandese e l'allontanamento in sicurezza di tutte le unità francesi, anche se sottoposte ad un attacco aereo nemico. Con questa azione termina praticamente il conflitto franco-thailandese. Il Giappone il 21 gennaio 1941 impone ad entrambi i contendenti la sua mediazione ed il 28 successivo le ostilità cessano, dopo un incontro delle parti in causa a bordo dell'incrociatore giapponese Natori, ormeggiato al largo di Saigon. Il 6 febbraio ha inizio a Tokyo una conferenza per la pace che al termine, l'11 marzo 1941, vede la Francia costretta a cedere alcune province della Cambogia nord-occidentale, i territori di Ciampasak e Meluprey e la regione di Luang Prabang, sulla riva destra del Mekong. Il tutto corrispondente a circa 70.000 chilometri quadrati di territorio. Il 9 maggio 1941 il trattato di pace franco-thailandese viene definitivamente firmato a Tokyo.
Il generale Georges Catroux Il teatro delle operazioni (da De Risio C., "La guerra navale franco-tailandese del 1940-'41", Rivista Marittima, Roma, Gennaio 1983) La cannoniera francese Tahure (da De Risio Carlo, "La guerra navale franco-tailandese del 1940-'41", Rivista Marittima, Roma, Gennaio 1983) La cannoniera francese Amiral Charner (da De Risio Carlo, "La guerra navale franco-tailandese del 1940-'41", Rivista Marittima, Roma, Gennaio 1983) La cannoniera corazzata thailandese Dhonburi (da De Risio Carlo, "La guerra navale franco-tailandese del 1940-'41", Rivista Marittima, Roma, Gennaio 1983) La torpediniera thailandese Trat (da De Risio Carlo, "La guerra navale franco-tailandese del 1940-'41", Rivista Marittima, Roma, Gennaio 1983) La cannoniera francese Marne (da De Risio Carlo, "La guerra navale franco-tailandese del 1940-'41", Rivista Marittima, Roma, Gennaio 1983) L'incrociatore giapponese Natori (da De Risio Carlo, "La guerra navale franco-tailandese del 1940-'41", Rivista Marittima, Roma, Gennaio 1983)