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Questo è il sito personale ma non troppo... di  Daniele Ranocchia 
Cronologia generale
1940, 19 Giugno         1941, 7 Dicembre  1941, 10 Dicembre      1942, 27 Febbraio               1942, 5 Aprile      1942, 18 Aprile        1942, 30 Aprile          1942, 8 Maggio             1942, 4 Giugno                        1942, 7 Agosto       1942, 9 Agosto             1942, 24 Agosto    1942, 11 Ottobre         1942, 14 Ottobre      1942, 18 Ottobre      1942, 13 Novembre                                                    1943, 26 Ottobre          1943, 15 Novembre     1944, 10 Ottobre
Il governo di Tokyo lancia un ultimatum al governatore francese  dell'Indocina, generale Georges Catroux, richiedendo la chiusura della frontiera con la Cina, il controllo del confine da parte di autorità nipponiche e la risposta entro ventiquattro ore. L'ultimatum arriva tre giorni prima dell'armistizio di Compiègne tra la Francia e la Germania, quando Parigi è già occupata dalle truppe tedesche, il governo francese si è trasferito a Bordeaux e la Francia tutta è ormai in pieno collasso. E' il prologo della Guerra Navale Franco - Thailandese del 1940 - 1941. Le forze aeronavali giapponesi attaccano Pearl Harbor. I giapponesi iniziano una serie di sbarchi a  nord di Luzon che culminano il 21 nel grande sbarco nel Golfo di Lingayen, 100 miglia a nord di Manila, dove vengono impiegate 76 navi da trasporto. La squadra giapponese, al comando dell'ammiraglio Takagi, impone la battaglia  nella zona orientale dell'isola di Giava alla Squadra ABDA, costituita da navi americane, britanniche, olandesi ed australiane, posta al comando dell'ammiraglio olandese Doorman. Lo scontro sarà conosciuto come la battaglia di incrociatori del mar di Giava. Takagi è al comando di due incrociatori pesanti scortati da due flottiglie di cacciatorpediniere. Il compito è quello di proteggere un convoglio di 41 navi da trasporto in procinto di effettuare uno sbarco nella zona orientale dell'isola. La squadra di Doorman è costituita da due incrociatori pesanti, tre incrociatori leggeri e 9 cacciatorpediniere. Il mancato affiatamento degli alleati e la determinazione dei giapponesi determinano l'esito dello scontro in favore di questi ultimi, che poterono sbarcare sull'isola gli 80.000 uomini che sconfissero le altrettanto numerose truppe olandesi ed americane poste a difesa dell'isola. I giapponesi attaccano il porto di Colombo. Gli incrociatori pesanti inglesi  Cornwall e Dorsetshire vengono attaccati ed affondati da aerei giapponesi mentre dal porto si dirigono per ricongiungersi alla loro flotta. Stessa sorte subirà tre giorni dopo, nei paraggi di Trincomalé, la portaerei inglese Hermes, di 10.000 tonnellate. Grandi bombardieri dell'Esercito, imbarcati sulla portaerei statunitense  Hornet, vengono lanciati a 650 miglia da Tokyo con l'intento di bombardare la città. Il bombardamento termina senza danni rilevanti per Tokyo ma consegue effetti di carattere morale e strategico. Al termine della missione i bombardieri atterrano nella Cina nazionale. La Hornet  faceva parte di una task force, al comando dell'ammiraglio Halsey, insieme alla portaerei Enterprise e 4 incrociatori pesanti. Una task force giapponese costituita dalla nave portaerei Shoho di  12.000 tonnellate, da 4 incrociatori pesanti e da 2 incrociatori leggeri salpa dalla base di Truk, nelle isole Caroline, scortando 5 navi da trasporto ed alcune navi ausiliarie. Obiettivo della missione è l'occupazione del porto di Tulagi, nell'isola Florida, dell'arcipelago Salomone, e la conquista di Port Moresby, nel sud-est della Nuova Guinea. La forza di occupazione giapponese è sotto la protezione indiretta di una task force formata da 2 navi portaerei e 4 incrociatori pesanti. Lo sbarco a Tulagi avviene senza contrasto. Si combatte la Battaglia del Mare dei Coralli tra una forza navale  americana costituita da 2 navi portaerei e 5 incrociatori pesanti, supportata a breve distanza da 5 incrociatori australiani, e la task force giapponese incaricata dell'occupazione di Port Moresby. E' la prima battaglia navale della storia che avviene tra forze contrapposte distanti oltre l'orizzonte. Dal punto di vista tattico la battaglia fu un successo dei giapponesi, che affondarono la portaerei Lexington. Dal punto di vista strategico il successo arrise agli americani che impedirono ai giapponesi la conquista di Port Moresby che, avendo subito la perdita della portaerei Shoho ed il danneggiamento di un'altra portaerei, desistettero dall'impresa. La rinuncia a conquistare Port Moresby creò ai giapponesi enormi difficoltà perché, sebbene sbarcati sulla costa settentrionale della Nuova Guinea, dovevano superare via terra l'altissima catena dei monti Owen Stanley. Al comando supremo dell'ammiraglio Yamamoto i giapponesi iniziano  l'attacco alle isole Midway. Il grosso della flotta è costituito da 7 corazzate mentre la forza destinata all'attacco di Midway è composta da 4 portaerei, 4 portaerei ausiliarie, 2 corazzate e due incrociatori pesanti. Contemporaneamente altre 2 portaerei leggere e 3 incrociatori pesanti attaccano Dutch Harbor e provvedono alla copertura delle navi che trasportano truppe alle isole Attu e Kiska. I giapponesi credono che la Pacific Fleet, al comando dell'ammiraglio Nimitz, sia molto lontana. Questa invece, grazie alla decrittazione di messaggi ed al lavoro di intelligence sono a conoscenza delle intenzioni dei giapponesi. La flotta americana è composta soltanto da 3 portaerei, 7 incrociatori pesanti ed un incrociatore leggero, 14 cacciatorpediniere e 20 sommergibili. Grazie all'ausilio del radar gli americani sorprendono le portaerei giapponesi con i velivoli armati per il bombardamento contro obiettivi terrestri. In questa fase critica gli aerei americani riescono ad incendiare e mettere fuori combattimento 3 portaerei. La Hiryn, che è rimasta incolume, sferra un attacco contro la portaerei Yorktown che, sebben difesa dal tiro di 4 incrociatori pesanti, viene resa inutilizzabile. Contestualmente gli aerei della Enterprise attaccano la Hiryn e la trasformano in un relitto. I sommergibili americani provvederanno a dare il colpo di grazia alle portaerei giapponesi danneggiate. Nella notte del 5 giugno Yamamoto ordina il ripiegamento verso le basi. Gli incrociatori pesanti giapponesi Mogami e Mikuma, distaccati per attaccare Midway, entrano in collisione durante un'accostata. Mentre il Mikuma viene affondato dagli aerei americani il Mogami, che è rimasto arretrato, preso a rimorchio riesce a raggiungere la base di Truk. Un convoglio di 23 piroscafi proveniente dalla Nuova Zelanda, protetto da  incrociatori pesanti, giunge tra Florida e Guadalcanal. La spedizione, costituita da forze americane ed australiane, occupa Tulagi e sbarca, incontrando debole resistenza, 11.000 uomini a Guadalcanal. Gli alleati conquistano l'aeroporto, che viene battezzato Henderson Field. I giapponesi, in stato di inferiorità, riparano nella giungla. All'iniziativa americana del 7 agosto segue la pronta risposta della Marina  nipponica. Nella notte 5 incrociatori pesanti partiti dalla base di Rabaul riescono a superare senza essere avvistati una linea di cacciatorpediniere americani in servizio di picchetto radar. La squadra giapponese, con l'aiuto di aerei che lanciano paracadute illuminanti, sorprendono gli incrociatori che incrociano a lento moto al largo dell'aeroporto appena conquistato di Guadalcanal, dove sono ancorati i piroscafi della spedizione. Gli incrociatori giapponesi affondano con il siluro 4 incrociatori pesanti americani ed uno australiano. Un altro viene danneggiato e messo fuori combattimento con le artiglierie. L'ammiraglio giapponese non sfrutta il successo ed evita di distruggere il convoglio che, comunque, salperà da Guadalcanal senza completare lo scarico dei materiali imbarcati. Lo scontro prenderà il nome di Battaglia di incrociatori di Savo, isola situata tra Guadalcanal e Florida. Si combatte la Battaglia delle isole Salomone Orientali. Nel corso dello  scontro viene affondata la piccola nave portaerei giapponese Ryujo  mentre la portaerei americana Enterprise viene danneggiata da bombe. Si combatte la battaglia notturna di incrociatori di Capo Esperance tra una squadra giapponese costituita da 3 incrociatori pesanti e diversi cacciatorpediniere ed una forza navale americana forte di 2 incrociatori pesanti, 2 incrociatori leggeri e 5 cacciatorpediniere. Nello scontro vengono affondati un incrociatore pesante ed uno leggero giapponesi. Una forza giapponese costituita da 2 incrociatori da battaglia bombarda, per oltre un'ora, con i cannoni da 356 mm Henderson Field. La notte seguente i giapponesi continuano il bombardamento con gli incrociatori pesanti e nella mattina del 16 sbarcano 4.500 uomini trasportati da 7 piroscafi. Gli americani reagiscono con le forze aeree provenienti da Espiritu Santo affondando tre navi da trasporto. L'ammiraglio americano William F. Halsey viene nominato Comandante  in Capo del Pacifico Meridionale, con base nella Nuova Caledonia. L'ammiraglio ha alle sue dipendenze 2 navi portaerei, la nuova corazzata South Dakota, 2 incrociatori pesanti, 2 incrociatori leggeri ed alcuni cacciatorpediniere. Inizia nella notte la Battaglia di Guadalcanal che avrà termine il 15 novembre successivo. Lo scontro è caratterizzato dal fatto che in acque ristrette fortemente insidiate vengono impegnate grandi unità. Nella notte del 13 la forza navale giapponese, costituita da 2 corazzate e da una flottiglia di  cacciatorpediniere, al comando dell’ammiraglio Abe, viene sorpresa da una squadra statunitense al comando dell’ammiraglio Callaghan, costituita da 2 incrociatori pesanti, 3 incrociatori leggeri e 8 cacciatorpediniere. La squadra giapponese aveva preparato il munizionamento a granata con l’intento di bombardare l’aeroporto di Henderson Field. A causa del radar, di modello antiquato, montato sulla nave ammiraglia statunitense, la scoperta della squadra avversaria avviene all’ultimo momento. La mischia, piuttosto confusa, avviene quando le corazzate giapponesi accendono i proiettori ed iniziano il tiro da una distanza tra i 2.000 ed i 3.000 m. Nel furioso combattimento, che  dura quindici minuti e prosegue con altri venti minuti di combattimenti sporadici, il tiro della corazzata Hiyei distrugge il ponte dell’incrociatore pesante San Francisco, causando molte vittime, tra cui l’ammiraglio Callaghan ed il comandante dell’unità. Al termine dello scontro sono scomparsi 2 cacciatorpediniere giapponesi e 2 americani, mentre 2 incrociatori leggeri americani, Atlanta e Juneau, risultano immobilizzati  in gravi condizioni. Coleranno a picco in breve tempo. Sull’Atlanta  rimane ucciso l’ammiraglio Scott. Delle unità americane soltanto 3 cacciatorpediniere sono integri. Questi partono all’attacco della corazzata Hiyei che, sebbene incapace di governare e con la velocità ridotta a 5 nodi è ancora in grado di difendersi. Dei 3 cacciatorpediniere attaccanti 2 vengono colati a picco. La corazzata, ormai condannata, viene affondata dai suoi cacciatorpediniere di scorta. Dopo lo scontro due delle unità americane, particolarmente danneggiate, si rifugiano nel porto di Tulagi, le altre si ritirano verso Espiritu Santo. Le unità giapponesi si trovano pertanto senza contrasto e nella notte del 14 novembre due incrociatori pesanti, uno leggero e 4 cacciatorpediniere bombardano Henderson Field. L’azione viene però interrotta dopo un’ora da un attacco di motosiluranti americane provenienti dal porto di Tulagi. Mentre avvengono questi fatti i giapponesi fanno avanzare verso Guadalcanal un convoglio di 12 navi da trasporto e gli americani spostano verso nord la portaerei Enterprise. Sebbene gli aerei dell’Enterprise affondano con i loro attacchi un incrociatore pesante giapponese e 8 navi del convoglio, le rimanenti riescono ad incagliarsi sulla spiaggia di Tassafaronga e ad iniziare lo sbarco. La protezione del convoglio si basava sulla forza navale al comando dell’ammiraglio Kondo e costituita da 2 incrociatori pesanti, dalla corazzata Kirishima, da 2 incrociatori leggeri e da 9 cacciatorpediniere. Questa squadra si scontra nella notte del 14 con le corazzate statunitensi Washington e South Dakota nel frattempo intervenute. Queste, avendo a bordo il radar, iniziano il tiro già da 17.000 metri di distanza. I giapponesi, sprovvisti di radar, si trovano nell’impossibilità di telemetrare e soltanto dopo mezz’ora, quando un cacciatorpediniere illumina la South Dakota, riescono a colpire le navi statunitensi. Infatti mentre la South Dakota affonda il cacciatorpediniere che la illumina, la Kirishima colpisce la South Dakota. Nel corso dell’azione la Kirishima viene ripetutamente colpita dal tiro della Washington. Conseguenza dei danni subiti è prima l’immobilizzazione e poi l’autoaffondamento. Riassumendo, nella Battaglia di Guadalcanal la Marina giapponese ha perso 2 corazzate, 1 incrociatore pesante, 5 cacciatorpediniere, 10 trasporti, mentre la Marina statunitense ha perso 3 incrociatori leggeri e 7 cacciatorpediniere. La battaglia dimostrò quanto le navi giapponesi fossero in condizioni d’inferiorità per la mancanza del radar. Si combatte tra giapponesi e americani la Battaglia delle Isole Santa  Cruz. E' una battaglia tra navi portaerei in cui i giapponesi impiegano anche velivoli suicidi. Gli americani subiscono la perdita della nave portaerei Hornet mentre i giapponesi si vedono messe temporaneamente fuori uso due navi portaerei e registano inoltre la perdita dei velivoli sulle portaerei rimaste efficienti. Anche se per i giapponesi lo scontro costituisce una vittoria tattica viene meno la riconquista di Henderson Field ed alla fine la loro consistenza diminuisce in modo tale da pregiudicare ulteriori possibilità di azione. Viene istituito a Tokyo un Comando centrale per la difesa del traffico mercantile, in precedenza controllato dai vari comandanti locali di zona. L'esigenza di riorganizzare tutto il sistema dei convogli nasce dalla constatazione che nel 1942, a fronte di 580.390 tonnellate di naviglio perse, se ne sono avute soltanto 260.000 per nuove costruzioni. Affonda al largo di Okinawa il caccia giapponese Kali. L'unità nel 1937, in servizio nella Marina giapponese con il nome Kashi, venne ceduta alla costituenda marina del Manchukuo, stato indipendente creato a seguito della occupazione giapponese della Manciuria cinese, dove assunse il nome Hai Wei. Il caccia venne restituito alla Marina giapponese nel 1943 e cambiò il nome ancora una volta in Kali.
le operazioni navali nel pacifico le operazioni navali nel pacifico L'incrociatore francese Lamotte-Picquet Pearl Harbor Gli attacchi delle forze giapponesi Affondamento della portaerei inglese Hermes il 9 aprile 1942 nell'Oceano Indiano al largo di Batticaloa, Ceylon La Shoho durante le prove in mare al largo di Taleyama il 25 dicembre 1941 subito dopo la sua conversione in nave portaerei leggera La Lexington esplode l'8 maggio 1942 alcune ore dopo essere stata gravemente danneggiata da attacchi arei giapponesi L'ammiraglio Isoroku Yamamoto Henderson Field nel 1944 L'area strategica di Rabaul Area delle isole Salomone Battaglia di Capo Esperance - Movimenti delle forze contrapposte L'ammiraglio William F. Halsey La corazzata giapponese Hiyei L'ammiraglio statunitense Norman Scott deceduto sull'Atlanta La corazzata giapponese Kirishima La corazzata statunitense Washington in navigazione nel Puget Sound nel settembre 1945 La Hornet abbandonata ed in affondamento